domenica 31 agosto 2008

Cagliari, le sorprese della città bianca

Cagliari? Calma, pigra. Dove però vivono più scrittori che in ogni altra città
italiana. Autori di gialli e noir. Ambientati qui Facciamo una scommessa: può
una piccola facciata sul mare, in un'isola distante da tutto, diventare capitale
del Mediterraneo, farsi ponte, punto d'incontro fra il Maghreb e l'Europa? Per
tre giorni Cagliari, capitale sarda al centro del Mare Nostrum occidentale, lo è
stata e ha avuto i riflettori di tutto il mondo puntati addosso. Tra le sue mura
si è svolto da poco il DIO, la conferenza dei ministri della Difesa dei Paesi
affacciati sul Mediterraneo. Certo, Cagliari sa di essere periferia, provincia.
Ma è una strana città. Quando arrivi ti accoglie calma, solare, avvolta da una
luce bianca. Un clima dolce che non conosce la neve. Poco traffico, tanta acqua.
Se si sale sul Bastione di Saint Remy che dalla città bassa porta a Castello,
l'antico quartiere murato, di pietra calcarea, che per secoli è stato quello del
potere e del comando, si vede azzurro da tutte le parti: il mare del Golfo degli
Angeli, lo stagno di Santa Gilla. E nella città bianca le ore sembrano non avere
fretta di passare. Tanto che qualcuno la taccia di essere immobile. Ma immobile
non è.
All'improvviso, Infatti, Cagliari ti sorprende. Non solo perché sa ospitare un
evento internazionale importante come il D10. La più grande città sarda nasconde
un'anima sperimentale e contemporanea insospettata. Grandi progetti urbanistici
che, guarda caso, prevedono anche un nuovo museo con un'impronta mediterranea. E
un'inusitata vivacità creativa e letteraria. Se si entra in una delle tante
librerie, ad esempio, si scoprono libri su libri di un autentico sciame di
scrittori che qui sono nati o qui vivono. Così tanti non ce ne sono da nessuna
altra parte, in Italia. E molti scrivono noir ambientati proprio nella
tranquilla, mediterranea Cagliari, che con i suoi 160mila abitanti non è certo
una metropoli e negli ultimi due anni ha registrato in cronaca solo due omicidi.
Niente a che vedere con la Barcellona di Montalbàn, la malavitosa Marsiglia di
Jean Claude Izzo. E neppure con la Bari di Gianrico Carofiglio. Ma basta stare
per un po' in città per capirne la reale effervescenza. Quando ci sono stata io,
vi si svolgeva il Festival Tuttestorie, dedicato a giovanissimi lettori con
ospiti-star come Abraham B. Yehoshua. E che dire della Festa dei Lettori,
organizzata per la prima volta a Cagliari? Non solo. La Provincia stava
lavorando alla creazione di un itinerario turistico -letterario da Cagliari alla
Barbagia sulle orme di D.H. Lawrence, che abitò qui con la moglie, nel palazzo
della Scala di Ferro, e vi scrisse anche Mare e Sardegna.
E la Marina, antica ridda di vicoli di pescatori oggi abitata da giovani
professionisti, studenti ed extracomunitari, è rinata da qualche anno anche
grazie alla passione per i libri. Racconta Italo Pau, patron di Ampurias,
ristorante dell'animata piazza Savoia, uno dei punti d'incontro dei
cagliaritani: «Quando abbiamo aperto, e siamo stati i primi, il quartiere alle
dieci e mezzo di sera era deserto e l’illuminazione così poca che dovevo
accompagnare i clienti alle auto: avevano paura». Poi nel locale di Italo Pau
nasce "Natale acido", reading di racconti natalizi "pulp" scritti da Francesco
Abate, giornalista e scrittore. Aprono altri due locali nella piazza che insieme ad Ampurias ospitano romanzieri e concerti. Ciliegina sulla torta,
l'affollatissimo Festival Marina Café Noir, che si svolge nel quartiere da 5
anni. «È un festival di letterature applicate alla vita, alla strada, ai
linguaggi», spiega Giacomo Casti, uno dei 6 soci fondatori dell'Associazione
Chourmo che organizza la kermesse di eventi con scrittori, attori, musicisti,
filmaker sardi e non. «Una via di mezzo tra una fiesta catalana e un laboratorio
all'aria aperta, nato dal nostro amore per le storie "nere"». Del resto, come ci
hanno detto Massimo Carlotto e Francesco Abate, i romanzi noir servono a
decodificare la realtà, a denunciare gli affari sporchi, a smuovere le acque di
una città che spesso fatica ad affrontare i problemi. E che per anni, prima del
ciclone Tiscali, si è mossa intorno alle tre "M": Mattoni, Medicina (privata),
Massoneria. Un esempio di questa difficoltà? La vicenda del Poetto. La grande
spiaggia cittadina aveva sabbia fine, bianchissima e un'acqua caraibica (chi
scrive può testimoniarlo), ma si stava erodendo. Così è stata "rimpolpata" con
sabbia scavata al largo, molto più scura. Risultato, anche l'acqua ha cambiato
colore: che delusione...
«C'è una Cagliari che resta ferma e pensa solo ai soldi e una che alza la testa
e va verso il nuovo. Ma nel segno della continuità con la sua antichissima
storia», spiega Giuseppe Marci, docente di Filologia italiana all'Università di
Cagliari. «E se negli anni Sessanta esportavamo colf e manovali, oggi esportiamo
intelligenze. E creatività». Scienziati. E artisti. Che sempre più scelgono la
città bianca come location per le loro opere. Come Enrico Pau, regista che a
Cagliari e dintorni ha girato Pesi leggeri, da un romanzo di boxe e malavita di
Aldo Tanchis, e Jimmv della Collina, da un libro di Massimo Carlotto. E
Gianfranco Cabiddu, altro regista sardo che invece ha diretto per la Rai Disegno
di sangue, storia noir di Marcello Fois che ruota intorno a un omicidio avvenuto
nella parte antica e nobile della città, Castello. A Cagliari vive anche Elena
Ledda, voce di punta della nuova musica popolare sarda che ha spesso collaborato
con importanti jazzisti.
Del resto, la vocazione sperimentale e anti classista, l'attenzione per tutte le
forme della contemporaneità fanno parte della storia di questa città. Non è un
caso che la rivoluzione telematica di Tiscali sia nata proprio qui, non "sul
continente", e che il jazz conosca in Sardegna una fortuna che ha prodotto
talenti e festival. E che dire della trasformazione urbanistica che muterà
profondamente il profilo di Cagliari? Lo scorso giugno nel Lazzaretto di
Sant'Elia e nella ex Manifattura dei Tabacchi (che sta per diventare la Fabbrica
della Creatività e ospiterà atelier, workshop, eventi, spettacoli) si è svolto
il FestArch, il primo Festival di Architettura in Sardegna. Tre giorni di
seminario per ripensare la città che hanno registrato circa 30mila presenze e
ospitato 4 premi Pritzker - il Nobel dell'Architettura - nel nutrito p00l degli
esperti (per approfondire: www.festarch.it): Jacques Herzog, Rem K00lhaas, Paulo
Mendes da Rocha, Zaha Hadid. Ben tre di queste star stanno lavorando per
Cagliari. Su volontà della Regione, in accordo con il Comune. AL brasiliano
Paulo Mendes da Rocha è infatti stata affidata la progettazione di un nuovo
campus universitario per circa mille studenti, che dovrebbe nascere entro il
2009. Mentre l'olandese Rem K00lhaas, con 1a Facoltà di Architettura di Cagliari
e il Politecnico di Milano, sta lavorando a una profonda riqualificazione del
quartiere Sant'Elia, oggi degradato, lo stesso dove in riva al mare sorgerà
anche Betile, il nuovo Museo Regionale dell'Arte Nuragica e dell'Arte
Contemporanea del Mediterraneo, firmato dall'anglo-irachena Zaha Hadid. Si
tratta di uno stupefacente progetto concepito come una formazione corallina
(vedi pag. 82), che non si distacca dalla costa e lancia un braccio verso il
Sant'Elia e uno verso la costa. Una struttura che modificherà lo skyline di
Cagliari (su questo, come sempre, non tutti sono d'accordo), la percezione
visiva di chi arriverà in città nei prossimi anni. E che rappresenta un grande
sforzo per una città tutto sommato piccola e lontana dai centri del mercato e
dell'arte. Se poi si pensa che sinora il museo sardo più visitato è stato quello
di Garibaldi a Caprera...
«Betile nelle nostre intenzioni sarà la porta d'accesso da Cagliari alla
Sardegna, un'agorà, un luogo aperto verso il mare», racconta Maria Antonietta
Mongiu, archeologa e assessore a Pubblica istruzione e Beni culturali della
Regione Sardegna. «Un volano verso decine di altri luoghi straordinari della
cultura nuragica. Perché conterrà alcune opere-simbolo di quella che è stata la
nostra età classica, come le grandi statue di Monti Prama, presso Oristano (in
corso di restauro), e molte postazioni multimediali che consentiranno di vedere
e conoscere altre importanti opere di siti archeologici sparsi per la Sardegna.
E poiché già allora eravamo aperti al confronto, allo scambio con gli altri
popoli del Mediterraneo e concepivamo architetture ardite, nel museo si
troveranno anche opere contemporanee sarde e si svolgeranno sperimentazioni con
artisti di tutto il mondo». Con un occhio particolare alle attività di ricerca
del Mediterraneo. Per trasformare il bacino del Mare Nostrum, come ha dichiarato
il Presidente della Regione Renato Soru, «da frontiera calda in uno spazio di
circolazione e di comunicazione [...]». Parola d'ordine, quindi, innovare. Ma a
partire da solide basi identitarie, da quel respiro antichissimo che ogni sardo
sente dentro di sé.
Intorno al museo partirà inoltre il progetto di valorizzazione del quartiere
Sant'Elia, oggi avvilito da una triste edilizia anni Settanta, che nelle
intenzioni del Comune prevede la riqualificazione delle case, nuovi impianti per
cultura, spettacolo e sport e il rifacimento del porticciolo dei pescatori. E se
ci facciamo caso, come per la colonia degli scrittori, ci troviamo di nuovo
davanti a uno slittamento dal centro alla periferia. Dai luoghi tradizionali
della cultura italiana a una città che sta su un'isola del Sud. Dal centro
storico di Cagliari alla sua periferia (il Sant'Elia). Che comunque si trova in
una zona panoramica bellissima, benché oggi degradata: quasi in riva al mare,
alle spalle della Sella del Diavolo, la collina che domina la spiaggia del
Poetto. Se poi si pensa che è in progetto anche la trasformazione di via Roma
(il viale a mare della città) in una grande piazza pedonale che sarà collegata a
nuove strutture del porto per la pesca, per le navi da crociera e la
cantieristica da diporto, si capisce che il tentativo è quello di ridisegnare
l'intero "waterfront” di Cagliari. Come del resto sta avvenendo anche a Genova,
a Marsiglia, a Lisbona. E che il futuro potrebbe portare la città a protendersi
molto di più sul mare. Su quel Golfo degli Angeli che rende unica la posizione
di Cagliari. Un golfo di cui si erano innamorati D.H. Lawrence e anche il
generale Alberto La Marmora. «sardo per affetti e cagliaritano per
cittadinanza», come è scritto su un suo busto eretto nel 1858 ed esposto nella
Pinacoteca Nazionale.
«È una questione di sguardo, un problema generale di visione della città»,
spiega Massimo Faiferri, architetto e membro del comitato scientifico del
Festarch. «A Cagliari come altrove, le periferie sono il futuro, un nuovo
centro. Perché le altre zone, quelle storiche, non hanno più possibilità di
espansione. E pensiamo a cosa accadrà se verranno attuati tutti i progetti: si
potrà camminare, correre, andare in bicicletta su un unico lungomare da Sani al
portocanale. Un bel cambiamento di abitudini». È previsto anche un ponte che
collegherà lo stagno di Santa Gilla alla borgata marinara di Giorgino, con zone
verdi fino alla chiesetta di Sant'Efisio, dove al santo viene cambiato l'abito
durante la festa cittadina. Certo, ci vorranno soldi. Circa 40 milioni per il
museo Betile, 40 per il campus universitario, 40 anche per la riqualificazione
del Sant'Elia. Ci vorrà anche tempo. E l'accordo tra Comune e Regione, che
talvolta ha avuto dei punti di crisi. Come nella vicenda della necropoli fenicia
di Tuvixeddu (per inciso, la più importante del Mediterraneo), in cui la Regione
ha bloccato i progetti del Comune che prevedevano una strada e insediamenti
abitativi a ridosso dell'area archeologica, situata su un colle della città.
Sulla questione c'è anche un esposto alla Procura presentato da Legambiente.
Insomma, Cagliari ha davanti a sé il più grande progetto urbanistico della sua
storia recente. Una sfida che la candida a capitale del Mediterraneo: staremo a
vedere.

DANIELE DAINELLI, fotografo, 40 anni, è autore dei progetto Metropolis, una
serie di reportage sulle più importanti metropoli del mondo e di city portrait
in città d'Europa, Asia e Usa.

IRENE MERLI, giornalista di Geo, 45 anni, si occupa di cultura e di inchieste dl
attualità italiana.

da: Geo, Febbraio 2008

Mi è piaciuto molto quest'articolo quindi ho deciso di proporlo...

sabato 30 agosto 2008

Il primo social network per cani



Foto | Flickr

Dopo i vari Myspace, Facebook, Youtube etc...ora arriva anche il social network per cani!
Si chiama Doggyspace.com ed èla prima community per gli amanti degli animali. E' possibile creare profili, con le descrizioni, le foto e la lista degli amici..tutti rigorosamente quattro zampe, inoltre si possono condividere video del proprio cane e ricevere dei consigli veterinari o da altri esperti.
E' online da luglio e ci sono già quasi un migliaio di iscritti, si stima di poter arrivare a circa 2 milioni entro fine anno!
Vuoi vedere che il nuovo competitor di Myspace e Facebook sarà Doggyspace??? :D

martedì 26 agosto 2008

100 kg di castagne a chi segnerà il primo gol in serie A


Una Pro loco trevigiana ha messo in palio un quintale di castagne al calciatore di serie A che realizzerà il primo gol.
L'iniziativa è della Pro Loco di Pederobba (Treviso), che regalerà al primo bomber della stagione 2008/09 un quintale di "marroni del Monfenera".

Astuti questi Pederobbesi! Ottimo modo per farsi pubblicità... :D
Chissà che ne farà il fortunato giocatore...

lunedì 25 agosto 2008

Bilancio idrico in Italia


Il nostro è un Paese tra i più ricchi d'acqua del mondo. Anche se non uniformemente distribuita...

*
155 mld di mc disponibilità annua teorica d'acqua per usi civili e produttivi;
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2700 mc quota pro-capite per abitante;
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Il 97% dell'acqua dolce in Italia è nelle falde acquifere;
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Irregolarità dei de flussi e inefficienze riducono questa disponibilità a 110 mld di mc e a 2000 mc. pro-capite;
*
L'acqua effettivamente utilizzabile per tutti gli usi scende a 42 miliardi di mc. ossia a 764 mc. a persona equivalenti a 764 mila litri a persona l'anno a poco più di 2000 litri a persona al giorno;
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Un italiano su due beve solo acqua minerale perché non si fida dell'acqua del rubinetto, l'Italia è prima in assoluto nel consumo pro-capite d'acqua minerale;
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La disponibilità d'acqua diminuisce ogni anno, le località in emergenza idrica crescono di numero, i costi ed i prezzi dell'acqua sono in rapido aumento;
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Il 15% della popolazione italiana, ossia circa otto milioni di persone per quattro mesi l'anno (giugno settembre) è sotto la soglia del fabbisogno idrico minimo di 50 litri di acqua al giorno a persona;
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L'acqua erogata ogni anno in Italia, nel recente passato da 7 mila enti e soggetti diversi, (ancora esistenti, nonostante la riforma del sistema idrico approvata dal Parlamento nel 1994), attraverso 13 mila acquedotti, è pari a 8 miliardi di metri cubi;
*
Un terzo dell'acqua disponibile in Italia (2 milioni di mc) si disperde dunque lungo le reti fatiscenti e corrose degli acquedotti. Ed è questo un problema tipicamente di programmazione e di gestione alla portata di una pubblica amministrazione che operi per risultati e non più per atti. Il 30% dell'acqua che entra nelle condotte idriche si perde per strada e non arriva nelle case;
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Anche il 40% dell'acqua per irrigazione (pari al 70% medio dei consumi totali) si perde lungo le tubazioni dalle sorgenti, dagli invasi alle prese e agli idranti;
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L'inquinamento costituisce il maggior pericolo per le riserve idriche;
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L'Italia è il Paese che consuma più acqua in Europa, il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti;
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Il riciclo e il riutilizzo dell'acqua in Italia non esistono, non sono praticati.

Fonte | GreenCrossItalia

Cagliari vista da D.H. Lawrence (D.H. Lawrence, Sea and Sardinia - 1921)



Foto | Flickr

"Lentamente, lentamente, avanziamo lungo la costa informe. Passa un'ora. Vediamo una piccola fortezza davanti a noi, fatta di enormi sacchi bianchi e neri, come il frammento di una gigantesca scacchiera. Sta all'estremità di una lunga lingua di terra, una lunga, spoglia penisola senza case che, dall'aspetto potrebbe essere un campo da golf. Ma non lo è. E improvvisamente ecco Cagliari: una città nuda che si alza ripida, ripida, dorata, ammucchiata, nuda, verso il cielo, dalla pianura all'inizio della profonda baia senza forma. È strana , quasi fantastica, per nulla italiana. La città si ammucchia verso l'alto, quasi in miniatura,e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, che si erge nuda ed orgogliosa, remota come se fosse rimasta indietro nella storia, come una città nel messale miniato di un frate. Ci si chiede come abbia fatto ad arrivare là. Sembra la Spagna, o Malta, non l'Italia. È una città ripida e solitaria, senza alberi, come in una miniatura antica. E sembra quasi un gioiello, un inaspettato gioiello d'ambra e rosetta scoperto al fondo del vasto inventario. L'aria è fredda, soffia un vento gelido e tagliente, il cielo è tutto coagulato. E quella è Cagliari. Ha quell'aspetto strano, come se la si potesse vedere ma non entrarvici. È come una visione, una memoria, qualcosa che è passato."



Così Lawrence, romanziere inglese definiva nei primi anni del secolo scorso il Capoluogo sardo, situato proprio al centro del Golfo degli Angeli e da sempre il principale centro economico, culturale e politico della Sardegna.

sabato 9 agosto 2008

Censura alle Olimpiadi

Le Olimpiadi a Pechino in Cina sono già cominciate e già ci sono episodi di intolleranza e di forte censura.

Una studentessa cinese è stata portata via di peso dalla tribuna dell'impianto dell'equitazione olimpica per aver cercato di mostrare la bandiera tibetana, nascosta sotto una canadese.
Tre attivisti filo-tibetani sono stati arrestati ieri sera dalla polizia davanti al Nido d'Uccello, lo stadio nel quale si è svolta la cerimonia di apertura dei Giochi.
La polizia di Hong Kong ha allontanato due manifestanti pro-Tibet dall'arena dove oggi sono iniziate, con il dressage, le gare olimpiche di equitazione.

Queste sono solo 3 delle notizie che ho riportato, e riguardano solo il primo giorno di Olimpiadi...
Queste Olimpiadi entreranno nel Guinness dei primati, come l'Olimpiade più censurata della storia! :)

mercoledì 6 agosto 2008

Finito il monopolio Tirrenia



Foto | Flickr
La settimana scorsa dopo un incontro tra Soru e il governo si è finalmente arrivati alla decisione finale in merito al futuro della Tirrenia in Sardegna.
Non verrà prorogata la convenzione!
Con la fine del monopolio si dovrebbe arrivare in autunno con la conferenza di servizi e il via libera alla gara internazionale per la continuità marittima di passeggeri e merci.
Questo vuol dire che quello che era affidato al pubblico, cioè alla Tirrenia, andrà nelle mani di privati che vorranno puntare sul trasporto marittimo da e verso la Sardegna, migliorando il servizio nel suo complesso.
Prima di tutto dovrebbero diminuire i tempi di percorrenza nelle varie tratte grazie ad un'innalzamento della velocità a 25 nodi, si dovrebbe avere la certezza di venire imbarcati e con un notevole risparmio dei costi ambientali ora provocati dall'attraversamento della Sardegna di 400 tir al giorno..
Sarà la volta buona per svolta del trasporto marittimo e ferroviario in Sardegna??