lunedì 25 agosto 2008

Cagliari vista da D.H. Lawrence (D.H. Lawrence, Sea and Sardinia - 1921)



Foto | Flickr

"Lentamente, lentamente, avanziamo lungo la costa informe. Passa un'ora. Vediamo una piccola fortezza davanti a noi, fatta di enormi sacchi bianchi e neri, come il frammento di una gigantesca scacchiera. Sta all'estremità di una lunga lingua di terra, una lunga, spoglia penisola senza case che, dall'aspetto potrebbe essere un campo da golf. Ma non lo è. E improvvisamente ecco Cagliari: una città nuda che si alza ripida, ripida, dorata, ammucchiata, nuda, verso il cielo, dalla pianura all'inizio della profonda baia senza forma. È strana , quasi fantastica, per nulla italiana. La città si ammucchia verso l'alto, quasi in miniatura,e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, che si erge nuda ed orgogliosa, remota come se fosse rimasta indietro nella storia, come una città nel messale miniato di un frate. Ci si chiede come abbia fatto ad arrivare là. Sembra la Spagna, o Malta, non l'Italia. È una città ripida e solitaria, senza alberi, come in una miniatura antica. E sembra quasi un gioiello, un inaspettato gioiello d'ambra e rosetta scoperto al fondo del vasto inventario. L'aria è fredda, soffia un vento gelido e tagliente, il cielo è tutto coagulato. E quella è Cagliari. Ha quell'aspetto strano, come se la si potesse vedere ma non entrarvici. È come una visione, una memoria, qualcosa che è passato."



Così Lawrence, romanziere inglese definiva nei primi anni del secolo scorso il Capoluogo sardo, situato proprio al centro del Golfo degli Angeli e da sempre il principale centro economico, culturale e politico della Sardegna.

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